Al Pronto Soccorso di Marsala 11 ore di attesa e non fanno il test Covid ai pazienti
Lunghe code al Pronto Soccorso del Paolo Borsellino di Marsala mortificano l’utenza. In una lettera una lettrice parla di ben 11 ore di attesa fuori dall’area di emergenza a causa delle misure anticovid e di nessun test fatto a chi accede alle cure ospedaliere.
Al Pronto di Soccorso di Marsala si sa quando si arriva, ma non quando si potrà andare via. Salvo codici rossi finisce bene se passano un paio d’ore, attesa che si puó protrarre anche dieci volte tanto. È quanto accaduto a Rosalba Pipitone che ha dovuto aspettare ben 11 ore, non in una comoda sala d’attesa, ma nell’area di sosta monentanea delle ambulanze, proprio accanto all’accesso al Pronto Soccorso. Misure anticontagio Covid-19 adottate dalla dirigenza sanitaria dell’ospedale.
Passano gli anni, cambiano i pubblici amministratori, ruotano i Commissari Straordinari…. ma non vengono mai risolti i problemi del Pronto Soccorso del Paolo Borsellino di Marsala. L’ospedale, aperto dall’allora sindaco Renzo Carini (circa 10 anni fa) continua ad avere gli stessi problemi del primo giorno: un pronto soccorso sguarnito di personale. Ora si aggiungono pure i rigidi protocolli anti Covid per chi accede dal Pronto Soccorso.
Covid o non Covid, 11 ore di attesa per un paziente e per i suoi familiari sono “un’eternità”. Per entrambi, psicologicamente privati dal dolore, il tempo sembra fermarsi e l’attesa diventa estenuante, insopportabile poiché dietro quel maledetto turno si celano le paure e fragilità dell’essere umano.
Per la nostra Rubrica Riceviamo e pubblichiamo, ospitiamo il racconto di Rosalba Pipitone su quanto le è accaduto al Pronto Soccorso del Paolo Borsellino di Marsala il 14 agosto:
“Gentile sindaco Alberto Di Girolamo, so che la problematica che le sottoporrò non è di sua competenza ma vorrei comunque porgerla alla sua attenzione essendo lei medico e sensibile, per come ha dimostrato in passato, a tutto ciò che riguarda materia di assistenza ospedaliera.
La vigilia di Ferragosto, alle ore 19:00, sono arrivata d’urgenza in ambulanza con la mia famiglia, al Pronto soccorso dell’Ospedale di Marsala. Non sto a tediarla con la serie di patologie che ha mia madre ma da buon cardiologo, sa benissimo quanto tempo passa per effettuare e avere gli esiti degli enzimi cardiaci (fino a 9 ore).
Ai familiari non è consentito entrare non solo all’interno del Pronto soccorso ma nemmeno sostare in sala d’attesa che, per una circolare interna o dell’ASP, resta riservata solo ai pazienti in attesa di cure.
Siamo rimasti 11 ore, con familiari di altri pazienti – molti anziani – fuori nella corsia riservata alle ambulanze a, come si suol dire, suli e sireno. E se fosse piovuto, se fosse stato dicembre a posto di una torrida notte d’estate?
Ma i paradossi e le contraddizioni sono altri: ai pazienti che entrano in Pronto soccorso, non viene effettuato il tampone. I quali pazienti, a loro volta, entrano nei reparti dell’ospedale per i consulti, visite e radiografie. Viene semplicemente misurata la temperatura, viene loro chiesto se hanno sintomi Covid.
E gli asintomatici? Sono liberi di infettare un intero ospedale? E ai familiari dei pazienti non è consentito entrare in sala d’attesa a crepare di stanchezza, di stress e preoccupazione, caldo e/o freddo? Questo Covid è veramente tutto un paradosso e una contraddizione: non sono una che invoca controlli, non sono una che sta a sindacare se sia giusto o meno assembrarsi o a giudicare le movide, sono semplicemente una cittadina che chiede rispetto per le fasce più deboli, le più bisognose, perché quello che accade in una NON sala d’attesa di un ospedale, è vergognoso e poco dignitoso.
In tutto ciò, mi preme ringraziare tutto il personale medico del Pronto soccorso per la celerità delle cure ricevute per tutti i pazienti e per i continui ‘aggiornamenti’ che venivano a darci, e questo a titolo personale, il reparto di cardiologia.
La ringrazio per l’attenzione.
Rosalba Pipitone”