Aeroporto, ricapitolazione non avvenuta, le dimissioni dei vertici dell’Airgest

Franco Giudice e Paolo Angius, rispettivamente presidente (il primo) e vice presidente (l’altro) del Consiglio d’Amministrazione dell’Airgest, la società mista (pubblica e privata) gestisce i servizi aeroportuali e l’aerostazione di Trapani Birgi hanno rassegnato le proprie dimissioni. La notizia era nell’aria già da qualche giorno e precisamente dal 27 luglio, giorno in cui la Regione Siciliana, azionista di maggioranza non si è presentata, per la terza volta consecutiva, all’appuntamento con la ricapitolazione della Società.

Le dimissioni saranno operative dal prossimo 3 agosto, giorno in cui tornerà a riunirsi l’Assemblea dei soci dell’Airgest, che potrebbe anche respingerle. Del resto una quindicina di giorni prima il presidente Giudice aveva diramato una lettera sul proprio ruolo in cui asseriva di sentirsi onorato e che dirigere la società lo inorgogliva, sfatando che ogni voce circa una sua tirata indietro di fronte ai debiti che l’Airgest ha messo su negli ultimi anni di gestione. Cosa è accaduto di talmente grave, oltre alle continue assenze di un rappresentante dell’azionista di maggioranza – la Regione detiene infatti il 60% delle quote – da spingerlo alle dimissioni.

Per avere maggiore chiarezza dei fatti bisogna fare un passo indietro e risalire alle dimissioni del consigliere nominato dal governatore Crocetta, la dottoressa Giammanco, peraltro anche “quota rosa” all’interno del CDA. In passato la Regione, azionista di maggioranza della società, era stata rappresentata dal dottore Nasca, funzionario ai Trasporti; la mancata presenza di un rappresentante della maggioranza fanno sapere i due dimissionari comporta di non poter assumere ulteriori decisioni fondamentali per la conduzione dell’azienda nella sua ordinaria e soprattutto straordinaria amministrazione, mettendo seriamente a rischio il raggiungimento di importanti obiettivi che il management dell’aeroporto si era prefissato in questi mesi; a partire dall’aumento di capitale che dovrebbe ripianare le ingenti perdite che l’Airgest ha riportato negli ultimi anni.

Inoltre, l’ex vice presidente Paolo Angius è in quota ai privati ed in particolar modo di riferimento dell’editore Paolo Panerai, da sempre attento alle dinamiche degli scali siciliani per tramite della sua partecipazione in Infrastrutture Sicilia, partecipata in maggioranza da Corporation America Italia, multinazionale nella gestione degli scali con oltre 50 aeroporti sotto il suo controllo e che non ha fatto mai mistero di sviluppare un sistema aeroportuale in Sicilia Occidentale mettendo in sinergia quello trapanese con quello di Punta Raisi, acquisendo il pacchetto di maggioranza del Falcone e Borsellino facendo hub in un secondo momento con Birgi.

La mancata presenza del rappresentante della Regione Siciliana, avevano fatto sapere i due dimissionari, comporta l’impossibilità di assumere ulteriori decisioni, importanti per la conduzione dell’azienda, mettendo seriamente a rischio il raggiungimento di importanti obiettivi. Forse le dimissioni servono solo a dare una scossa alla ristagnante situazione che si è venuta a creare. La ricapitalizzazione dell’Airgest non è più rimandabile, visto che la Regione Siciliana aveva annunciato lo stanziamento di 6 milioni di euro come prima tranche della ricapitalizzazione. Il passivo da ripianare è di 15 milioni di euro. Percorso parallelo è quello del co-marketing, con il bando di gara di 20 milioni di euro per i prossimi tre anni. I fondi sono previsti nella Finanziaria regionale – assieme all’impegno dei Comuni e ad altre somme relative all’assestamento di bilancio del 2016 – che ha dato il via libera ad un primo intervento per la ricapitalizzazione.

Occorre fare presto, prima che l’aeroporto di Birgi resti chiuso dal 6 novembre all’11 dicembre per gli interventi di manutenzione straordinaria programmati dall’Aeronautica Militare sulla pista, per evitare disagi ai passeggeri in transito che ultimamente sono in calo. I dati sul traffico aereo nel periodo che va da gennaio a giugno segnano una flessione, -3,5% rispetto all’anno scorso, dovuta al calo dei passeggeri nazionali, 495.015 (-9,6%) che è stato ridotto dall’aumento dei passeggeri internazionali, 170.080 (+20,1%). I transiti diretti sono stati 134 in totale. I passeggeri da gennaio a giugno sono stati 665.229. Nello stesso periodo l’aeroporto di Palermo ha registrato 2.538.136 passeggeri con un aumento del 5,7% rispetto al 2016.

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