Aeroporto, la Lega annuncia un piano per salvare e rilanciare il Trapani Birgi a breve

Igor Gelarda (Lega): “Birgi è un malato grave e non può più aspettare, non servono le visite sterili in aeroporto del presidente Musumeci. Dopo le feste presenteremo il nostro piano di rilancio dello scalo”. 
Non si può più perdere tempo, lo Scalo di Trapani Birgi deve ritornare a funzionare a pieno regime. Lo sostiene Igor Gelarda, il responsabile regionale enti locali della Lega, in una nota diramata alla stampa con la quale annuncia un piano, subito dopo le feste natalizie, per far ritornare in piena attività l’Aeroporto di Trapani Birgi.
“Chi e stato al governo della Sicilia negli ultimi 50 anni, con la mancanza di progettualità ha abbattuto qualsiasi possibilità di crescita e di sviluppo –  ha dichiarato Igor Gelarda – . La situazione oggi è gravissima. Basti pensare alla questione dell’aeroporto di Tp Birgi che di fatto ha messo in ginocchio il comparto turistico del trapanese mentre il turismo, insieme all’agricoltira, dovrebbe essere un pilastro della nostra economia. Sono centinaia di migliaia di ragazzi che ogni anno lasciano la Sicilia, emigrano, per cercare lavoro ed opportunità.
Riportiamo testuale il comunicato stampa di Igor Gelarda
“L’aeroporto di Birgi è un malato grave che ha bisogno di un medico bravo per guarire. Ne ha bisogno alla svelta. Le visite sterili del presidente Musumeci nello scalo trapanese servono soltanto a prendere tempo. Parole, parole. Solo parole. Nel frattempo, il malato muore”. 
Lo dichiara Igor Gelarda, responsabile regionale enti locali della Lega, dopo la visita della scorsa settimana del presidente della Regione siciliana, la seconda in due settimane, nell’aeroporto Vincenzo Florio.
“Musumeci parla di fantomatiche fusioni tra aeroporti siciliani – dice Gelarda – peccato che nessuno voglia unirsi in matrimonio con Birgi. L’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo non è interessato, non ci vuole uno scienziato per capirlo, ma su questa ipotesi si è voluto cincischiare lo stesso per quasi un mese. Il governatore ventila anche la fusione con lo scalo Fontanarossa di Catania. Ma ammesso che lo scalo etneo, per ragioni politiche intuibili, corresse in soccorso di Musumeci, questo non salverebbe certamente l’economia turistica trapanese. È noto a tutti, infatti, che la perdita di passeggeri a Birgi degli anni passati era connessa solo al costo degli accordi di co-marketing. Ma poi cosa c’entrano Birgi e Catania? A questo punto, proviamo con Francoforte e Atlanta”.
“Evitiamo i voli pindarici, ragioniamo sui numeri – dice Gelarda – . Per prima cosa, è utile ricordare che l’aeroporto di Birgi non deve sostenere il costo della torre di controllo, visto che utilizza gratuitamente quella militare. È, quindi, un aeroporto strutturalmente sano. Inoltre, la sua vicinanza con Palermo (92 chilometri) è un falso problema. Nei sistemi aeroportuali italiani, infatti, è abbastanza frequente una vicinanza analoga: Fiumicino-Ciampino (38 km), Malpensa-Bergamo (95 km), Linate Bergamo (50 km); Pisa-Firenze (81 km), Bergamo Verona (108 km). Questo per dire che la distanza ravvicinata fra due aeroporti non è un ostacolo allo sviluppo – dice Gelarda -. Non a caso fino al 2013 Birgi è stato sempre in crescita e con quasi 2 milioni di passeggeri valeva poco meno della metà di Punta Raisi. Adesso, vale meno di un decimo”.
“La posizione della Lega è per una revisione organica della progettualità turistica in Sicilia  – dice Gelarda – che restituisca agli aeroporti dell’Isola il ruolo di cerniera tra i territori ed a chi di competenza le azioni di programmazione e marketing. Il governo regionale su questo terreno è debole. Non ha un piano per il turismo. Per sopperire a questa carenza – dice Gelarda  – dopo le feste la Lega sarà nel Trapanese per presentare il piano di salvataggio e rilancio di Birgi da proporre ai sindaci, alla presenza di un componente della commissione nazionale trasporti, con il supporto di autorevoli esperti dei sistemi turistici ed aeroportuali. Senza proclami – conclude Gelarda – senza perdere tempo”.
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