Aeroporto, il Trapani Birgi verso i 2 milioni di transiti

Verso i 2 milioni di transiti l’anno. L’Aeroporto di Trapani Birgi “ritorna” ai fasti di un tempo

L’Aeroporto di Trapani Birgi si appresta a vivere una intensa stagione estiva. Sembra essere tornati ai fasti di un tempo quando al Vincenzo Florio transitavano 2 milioni di passeggeri l’anno. Nella migliore delle ipotesi il 2022 vedrà transitare almeno 800 mila persone. L’obiettivo del Presidente dell’Airgest Salvatore Ombra è quello di riportare i transiti oltre i 2 milioni l’anno nel corso del triennio che lo vede alla guida dell’Aigest, la Società che gestisce lo scalo aeroportuale Trapani Birgi. “Stiamo puntando ancora una volta su Ryanair che é tornata a volare sul Trapani Birgi – dice con soddisfazione Ombra -. I rapporti  con i vertici della compagnia irlandese, leader dei voli low cost, sembrano essere ripresi nel migliore dei modi. Oltre ad averci garantito una presenza degna di nota nella loro programmazione estiva, la cosiddetta “summer”, stiamo lavorando per spostare qualche aeromobile delle tratte interrotte sulla Russia ed Ucraina sul Trapani Birgi. Questa operazione consentirebbe, a breve,  di avviare altri 5 o 6 nuovi collegamenti”.

Come mai Ryanair è ritornata Presidente?

“Perché ha ritenuto credibile il progetto di sviluppo economico di questa provincia e nella forte e determinata spinta del Governo Musumeci che ha sostenuto economicamente e politicamente lo scalo. Avrà anche influito il cambiamento delle mete turistiche che negli ultimi anni ha fatto crescere notevolmente l’interesse per l’Italia e per la Sicilia. Infine Ryanair conosce le potenzialità dell’Aeroporto di Trapani. E ciò ci fa ben sperare affinché presto si possa ritornare ad ospitare 4 velivoli in night stop, come prima della guerra in Libia del 2011. Una richiesta già avanzata ai vertici della compagnia aerea irlandese. E’ evidente che il tutto si basa sui “numeri” che l’aeroporto saprà esprimere”.

Allo stato attuale qual’è l’offerta del Trapani Birgi come voli?

“Ryanair ci ha permesso di alzare il tiro offrendo al nostro territorio ben oltre 120 voli settimanali, 17 rotte, di cui 9 nuove da e per Billund, Bordeaux, Bratislava, Bruxelles, Londra, Roma, Torino, Venezia e Varsavia. Ma non finisce qui, dalle piste del Trapani Birgi continuano a volare altre compagnie aeree sia in ambito nazionale che internazionale per garantire la continuità territoriale ed il transito turistico. I dati rilevati durante le festività pasquali sono incoraggianti. In soli 6 giorni sono, infatti, transitati dallo scalo Vincenzo Florio 17800 passeggeri, con un 30% in più rispetto alla settimana precedente e una media di 3000 passeggeri al giorno, con una punta di 3585, lunedì 18 aprile.

Avete riscontrato difficoltà nella gestione di così tante partenze ed arrivi

“Nessun disagio. I ritmi intesi, in termini di passeggeri e di voli, di questo primo scorcio vacanziero sono stati uno stress test importantissimo per l’aeroporto. La struttura, il personale, i servizi, tutto ha retto perfettamente e siamo in grado, come già sapevamo, di fare grandi numeri, come quelli che incrementeremo ulteriormente nella stagione estiva”.

L’obiettivo del suo ultimo mandato è quello di raggiungere i 2 milioni di transiti l’anno?

“Da tempo lavoriamo a questo obiettivo poiché i 2 milioni di transiti l’anno possono davvero cambiare le sorti dell’Aeroporto e dare una mano allo sviluppo turistico della provincia.  Le potenzialità allo scalo non mancano,  il territorio ha il suo fascino, i velivoli viaggiano pieni ma non basta fino a quando non sarà capita l’esigenza di creare una solida Rete tra gli aeroporti siciliani o quanto meno fra i tre della Sicilia Occidentale (Palermo, Trapani e Pantelleria). La presenza di una rete di scali aeroportuali efficiente è un fattore cruciale per il sistema economico. Andare oltre i 2 milioni di transiti l’anno non basta avere una compagnia aerea che mette a disposizione i voli, uno scavo efficiente e una posizione geografica strategica, occorre delineare un modello di sviluppo che si articoli attraverso le connessioni tra le reti viarie, ferroviarie, nautiche e le località d’interesse turistico”.

 Questo territorio è pronto a gestire il nuovo flusso turistico?

“Occorre investire sul territorio. Questa provincia che si vanta tanto della sua vocazione turistica non sa nemmeno il significato di questa parola. Le vie di comunicazione (strade, linea ferrata e porti) sono vecchie e obsolete. I collegamenti sono scarsi e lenti. Infine c’è tanta approssimazione in chi si sta inventando un ruolo nel settore turistico senza tener conto dell’importanza di conoscere le lingue. Promuovere il territorio con immagini mozzafiato non serve a nulla quando poi il territorio circostante è avvolto dal degrado, dalla sporcizia; i servizi funzionano male e il turista si trova allo sbando.  Non si può continuare a fare turismo con così tanta approssimazione. Bisogna fare sistema”

Cosa intende per fare sistema?

“Uscire fuori dalle bieche e logore logiche campanilistiche e dalle politiche narcisistiche che hanno portato solo allo spreco di denaro pubblico. Da soli non si va da nessuna parte. I 25 Comuni del trapanese devono iniziare a credere nelle potenzialità turistiche di questo territorio,  unire le forze affinché si risolvano le gravi carenze della mobilità interna (strade), affinché si avvicinano le distanze con collegamenti veloci e frequenti con i mezzi pubblici (su gomme e/o su rotaie),  affinché si migliori il decoro urbano.  Quella che è sempre mancata è una cabina di regia che metta insieme pubblico e privato, pubblici amministratori e imprenditori,  Se non viene compresa l’esigenza di fare sistema, questo territorio non crescerà. Non serve vantarsi delle proprie bellezze paesaggistiche, archeologiche, storiche e culturali, del buon vino, della gastronomia quando non si è in grado offrire i servizi basilari ai turisti. Ci aspettano anni di grandi numeri e turismo, invitiamo pertanto il territorio a farsi trovare pronto mostrando il volto migliore e una rete di accoglienza adeguata e servizi che valorizzano la bellezza e la cultura che ci appartengono”.

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