Uccise il figlio con gli antidepressivi: condannata a 24 anni

Ventiquattro anni di reclusione per Aminta Altamirano Guerrero per il “delitto di omicidio pluriaggravato” del figlio Lorenz, il bambino di 5 anni trovato morto nel suo letto il 13 luglio del 2014 nell’appartamento di via Amendola ad Alcamo, nel Trapanese.

La donna, messicana di 35 anni, unica imputata nel processo davanti alla Corte d’Assise di Trapani, fu rinchiusa – su richiesta al gip del sostituto procuratore di Trapani Sara Morri – nel carcere San Giuliano, per poi essere trasferita al Pagliarelli di Palermo, dal giorno in cui il piccolo è stato trovato morto: l’accusa, rappresentata in aula dal pm Antonio Sgarrella, ha sempre sostenuto che a uccidere il piccolo è stata una dose letale di amitriptlina, contenuta nel Laroxyl farmaco antidepressivo assunto in quel periodo dalla donna.

A costituirsi parte civile era stato il padre del bambino, Enzo Renda, oggi in aula trincerato nel silenzio, a cui Aminta Guerrero aveva scritto, poco prima dell’omicidio, una sorta di lettera testamento –  trovata accartocciata nella borsa – in cui manifestava, di suo pugno, l’intenzione di uccidere se stessa e il figlio, con il quale aveva un rapporto simbiotico, chiedendo che i loro corpi venissero risparmiati dall’autopsia e che fossero cremati.

“Abbiamo un quadro indiziario forte” aveva detto, poco dopo il fermo della donna, l’ex procuratore capo di Trapani Marcello Viola. La procura aveva chiesto l’ergastolo.

FONTE: REPUBBLICA.IT

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