Morto in Siria un castellammarese che combatteva al fianco dell’Isis

L’ultimo contatto con la famiglia risale al settembre 2016: da allora più nulla. In quella data i genitori di Francesco Cascio hanno denunciato la scomparsa del figlio morto il 26 dicembre in Siria, durante un’irruzione in un campo di addestramento.

Foreign fighter lui, foreign fighter la moglie ventiseienne Lara Bombonati, arrestata il 22 giugno su richiesta della procura distrettuale di Torino.
Ventisette anni, padre e madre impiegati. Cascio, nato a Erice e recentemente in cura psichiatrica, aveva passato quasi tutta la sua giovanissima vita a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, prima di incontrare a Tortona (Alessandria) la donna che sarebbe diventata sua moglie.

Lara “Khadija” Bombonati

Diplomato al liceo classico “Francesco Vivona” di Castellammare, era andato in Piemonte per cercare lavoro e, alla fine, aveva trovato l’amore: con Lara, originaria di Garbagna, piccolo borgo in provincia di Alessandria, si erano sposati con rito civile nella cittadina del golfo. Lei si era convertita all’Islam qualche anno fa prendendo il nome di “Khadija”. Tra giugno e ottobre 2014, la coppia aveva raggiunto la Turchia, trasferendosi prima a Istanbul, poi in Siria. Nell’Isis, lui aveva incarichi di combattimento. Lei forniva assistenza logistica, sanitaria e psicologica. A spingere Cascio a imbracciare il fucile sarebbe stata proprio la moglie, che al suo rifiuto di andare a sparare gli avrebbe intimato di “fare il proprio dovere”.

Lara “Khadija” Bombonati era stata fermata a gennaio al confine tra la Turchia e la Siria dai militari dell’esercito turco, che pattugliano la zona cuscinetto tra lo Stato Islamico e il territorio controllato dai curdi. Arrestata, è rimasta in cella in Turchia finché non è stata espulsa e segnalata alle autorità italiane. La Digos di Alessandria e i colleghi di Torino non l’hanno persa di vista un attimo per ricostruire la sua rete in Piemonte ed eventuali legami con cellule terroristiche. A tradirla l’utilizzo di chat come Telegram, Whatsapp e Facebook, che hanno aiutato le forze dell’ordine a seguire ogni suo spostamento.

Da quanto risulta agli investigatori, la donna progettava un nuovo viaggio in Siria, dopo quello fallito sei mesi fa e dal quale sarebbe tornata da sola. Sulla morte di Cascio è ancora giallo: le indagini stanno cercando di fare luce sulla dinamica. I vicini di casa, a Castellammare, non avevano idea che il giovane fosse morto in Siria: nella città del Trapanese non si avevano più notizie di lui da almeno un anno. Nel 2016, i genitori di Francesco avevano sporto denuncia di scomparsa: da qui erano partite le indagini. A rivelare la morte di Cascio sarebbe stata proprio Lara, in una telefonata intercettata.

Sembrerebbe che Cascio si facesse chiamare Muhammad. Era conosciuto come un ragazzo introverso e molto chiuso. “Erano venuti insieme un paio di volte a trovare i genitori di lui ma lei era vestita all’occidentale”, dichiara il sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Coppola. “Siamo molto scossi, è una notizia inaspettata, i genitori sono persone per bene, ben inserite nella comunità. Pensare di avere tra i nostri ragazzi dei giovani che in pochissimo tempo subiscono una tale evoluzione, o involuzione a seconda dei punti di vista, mi preoccupa parecchio”. Il primo cittadino ha saputo la notizia dalla stampa. “Stiamo cercando di capire qualcosa in più. Certamente bisogna aprire gli occhi, il nemico può essere accanto a noi. Spesso pensiamo che la mafia o l’Isis sono faccende lontane che non possono entrare nelle nostre case. Bisogna stare attenti, mettere in guardia i nostri figli perché possano captare subito la pericolosità di certi atteggiamenti”.

Fonte: repubblica.it
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