Marsala, Legambiente “difende” il piano paesaggistico, ma non fa nulla per fermare gli scempi quotidiani

Corsi e ricorsi storici, a Marsala, attorno all’assetto ambientale e allo sviluppo urbanistico economico occupazionale del territorio. Il riferimento è al Piano Paesaggistico ambiti 1 e 2 della provincia di Trapani, uno strumento che decreterà lo sviluppo o meno del territorio, quindi il futuro di Marsala e dei suoi abitanti. E mentre cresce la schiera degli oppositori le Associazioni ambientali difendono l’operato dei redattori del Piano, ma non si accorgono del degrado ambientale ed urbano in cui versa la città.

I liberi professionisti di Marsala  hanno contestano il Piano Paesaggistico Fascia Costiera ambiti 2-3 che, a loro avviso causerebbe il totale congelamento del territorio di Marsala e Petrosino, senza alcuna possibilità di valorizzazione delle attività produttive e contestualmente la non attuazione di alcuna soluzione al degrado ambientale delle aree di tutela 3. E il consiglio Comunale ha fatto altrettanto nella speranza che alcune delle drastiche misure di inutile “mummificazione” del territorio vengano fermate e che si dia alla Città il suon giusto assetto urbanistico socio economico quanto quello territoriale-ambientale

Il Piano, approvato dalla Regione Sicilia e di già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale rischia di “mummificare” gran parte del territorio marsalese. Distinto in tre fasce di salvaguardia e di protezione ambientale si inizia dalla fascia rossa, quella costiera dove non si potrà spostare neanche un sassolino senza rischiare una incriminazione penale; la seconda fascia, la gialla, impone gli stessi vincoli di un centro storico dalla fine dell’area precedendo fino al tracciato della linea ferrata mettendo in pericolo lo svolgersi di ogni tipologia di lavoro agricolo, artigianale, industriale; oltre la ferrovia, terza fascia, la verde, sarà utilizzabile solo ed esclusivamente per l’agricoltura, facendo venire meno tutte quelle piccole conquiste che gli agricoltori avevano raggiunto sugli indici di fabbricazione per consentire ai figli di rimanere accanto al ceppo familiare

Uno strumento di così vitale importanza, alla stregua di un Piano Regolatore Generale, se non più importante, non può essere confezionato a centinaia di chilometri di distanza da docenti universitari che sconoscendo il territorio, le vocazioni e le aspirazioni di chi lo vive da sempre, si affida alla cartometria, a computi matematici ed applica alla lettera leggi e regolamenti intercalati dalla politica. Per carità nessun dubbio sotto l’aspetto accademico o sulle capacità dei prof. E come se chiamassimo l’equipe meccanica del Team Ferrari per salvare una vita umana. Paragoni a parte sono ovvie le opposizioni presentate dal Consiglio Comunale, le contestazioni degli Ordini Professionali e le preoccupazioni del buon padre di famiglia.

Un pò meno convinta della necessità di fermare il Piano,  anzi lo sta pure difendendo a spada tratta, è il Circolo Marsala – Petrosino di Legambiente, di cui diffondiamo il comunicato stampa al riguardo. Se vero è che ognuno recita il ruolo assegnatogli dalla vita, o dal gioco dei ruoli, non possiamo che sorriderci sopra. Se le rivendicazioni di Legambiente vanno oltre i sassolino gettato nello stagno, diventano opportune alcune precisazioni.

Dov’erano le associazioni ambientali quando si costruiva abusivamente sulla costa obbrobri e mostri di cemento. Quando il litorale che va dalla foce del fiume Birgi (Trapani) fino a Torre Sibiliana (Petrosino) si  recintava il demanio pubblico con alti muri e si ponevano cancelli ed inferriate a protezione di reggie costruite sul mare.
Dov’erano gli ambientalisti quando si scippava la città delle sue potenzialità turistiche. Risponderanno che non vi erano gli stessi strumenti di oggi per fronteggiare l’abusivismo edilizio…

Ebbene oggi che vi sono gli strumenti si sono accertati gli ambientalisti a che punto è la demolizione degli immobili costruiti sulla battigia. Oppure: è stata eseguita la mappatura delle aree avvolte dal degrado, trasformate in discariche abusive come le cave dell’entroterra e la costa.  Legambiente è a conoscenza delle condizioni critiche delle cave in disuso della periferia, dei terreni trasformati in vere e proprie discariche, dello Stagnone, del polmone verde con annessa spiaggetta della Salinella, dell’area dietro il nuovo Monumento ai Mille, della fascia costiera dell’ex colmata di Casabianca compresa tra il Porticciolo turistico e lo “Zio Ciccio BeB”….  Se le associazioni ambientali ed i loro iscritti non fossero a conoscenza li invitiamo a fare gli opportuni sopralluoghi.
A nostro avviso è un vero e proprio scempio ambientale!

Quanto è stato abusato, alterato e distrutto negli ultimi 5o anni a Marsala non basteranno altrettanti anni per risanare le piaghe e non serve neanche un Piano Paesaggistico rigido, nella forma, per impedire che la gente continui a perpetrare danni alla collettività, nel curarsi del proprio ego. Se 40 anni fa, con le giuste misure e gli opportuni accorgimenti si fosse permesso un adeguato sfruttamento turistico delle coste, oggi forse i nostri figli non sarebbero costretti a lasciare Marsala alla stregua degli immigrati che riceviamo ed ospitiamo. Si alla protezione ambientale, alle regole rigide, ma senza intaccare il futuro della Città e dei suoi abitanti.

 

 

Pubblichiamo il documento integrale del Circolo Marsala – Petrosino di Legambiente in difesa del Piano Paesaggistico:

“Il Piano Paesaggistico degli ambiti 2 e 3 della Provincia di Trapani, è oggetto di continui attacchi che, francamente, consideriamo inaccettabili.

E’ arrivato il momento di mettere la parola fine a questa vicenda, poiché la nostra terra ha immediato bisogno di uno strumento che la tuteli dal continuo attacco da parte di speculatori e politici i quali si ostinano a pensare il nostro territorio come strumento per racimolare qualche voto in più o realizzare facili guadagni.

Piuttosto occorre un cambio definitivo di rotta e, soprattutto che si cominci a pensare come meglio salvaguardare il patrimonio naturalistico sopravvissuto alla devastazione degli uomini, cercando di valorizzarlo al meglio, per la tutela della nostra salute e per il benessere delle generazioni future. Sulla scorta di questo andazzo, si finisce persino con lo stravolgere la verità dei fatti. Ci riferiamo alla vicenda della sospensiva concessa dal TAR di Palermo, sul ricorso promosso dal Comune di Petrosino, strombazzata da certa stampa attraverso titoli entusiastici che nascondono una verità ben diversa.

Il TAR di Palermo, confermando quanto aveva già deciso per il ricorso presentato dal Comune di Paceco pochi mesi or sono, ha semplicemente (e logicamente) concesso una provvisoria e parziale sospensione dell’efficacia del Piano limitatamente alle cosiddette “previsioni” “ossia agli indirizzi di massima stabiliti dal Piano”. In altre parole, sostengono i giudici amministrativi che le norme di previsione diventeranno vincolanti e prevarranno sulle norme di pianificazione territoriale ed urbanistica, solo quando il piano sarà approvato.

Le “prescrizioni di tutela” ossia le specifiche e puntuali disposizioni relative a ben individuati “beni paesaggistici” (come tipicamente enucleati nell’art. 134 del D.Lgs 42/2004)“ rimangono tutt’ora vigenti. Ma la cosa che più conta è che la detta sospensiva è motivata dal fatto che ad oggi ci si trova nella fase di mera “adozione” del piano, e non si è ancora provveduto alla sua definitiva approvazione. In quel caso, come si evince dalla stessa ordinanza del TAR, la prevalenza delle disposizioni regionali supererà in maniera definitiva ogni dubbio circa l’efficacia del Piano e delle sue prescrizioni di qualsiasi tipo. Per questo, chiediamo con forza che la Regione Siciliana, considerato che ormai i termini previsti dalla legge sono trascorsi, si affretti ad emettere il definitivo Decreto di approvazione allo scopo di spazzare via ogni speculazione (di qualsiasi tipo) sul Piano.

Per il Circolo

avv. Salvatore Sinatra”

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