Marsala, clamoroso: ecco come si fronteggiava l’emergenza acqua

Marsala, Ufficio Acquedotto, precisamente sala centralino (è scritto sulla foto), ore 10:15 di venerdí 11 agosto 2017; mentre la città è in piena crisi idrica nessuno si preoccupa di rispondere al telefono. La foto è stata scattata da una abitante in contrada Birgi che desidera rimanere anonima e, giornalisticamente, acconsentiamo.

Del resto la conosciamo da anni. Non abbiamo motivi di dubitare della foto e di quanto ci racconta: “quella mattina, stanca di non riuscire a parlare con gli addetti dell’Ufficio Acquedotto, e presa dalla disperazione di non ricevere l’acqua da giorni, mi recai personalmente negli uffici. Entra nei locali al piano terreno dell’ex scuola di Amabilina mi recai al centralino e, con grande stupore, notai che oltre a non esservi il personale, sulla scrivania vi era il telefono con la cornetta fuori posto. Non trovando nessuno mi avventurai per il corridoio opposto alla ricerca di qualcuno con cui poter parlare, ma con poca fortuna: seconda, terza, quarta e quinta porta, tutte chiuse a chiave. Finalmente una porta aperta, ma la stanza è vuota. Quando stavo per andarmene incontro un un dipendente che mi indica un ufficio al primo piano per richiedere un’autobotte. Giunta nell’ufficio trovo due impiegati che parlavano tra loro e fumavano, pure. Mi trattengo, non ricordo ai due dipendenti che non si fuma negli uffici pubblici, non vorrei che l’acqua mi venisse erogata con altri ritardi. I due impiegati mi illustrano la situazione: il guasto, l’intervento di riparazione in corso, un numero impressionante di richieste di autobotte, pochi mezzi e poche unità a disposizione per poter accontentare tutti… I due impiegati hanno preso la mia segnalazione e mi hanno garantito che al più presto mi avrebbero fatto arrivare l’autobotte. Sono passati altri due giorni, è domenica (sono le ore 13:00), e l’autobotte con l’acqua non ha ancora raggiunto la mia casa. A casa mia è da 10 giorni che si attende l’autobotte. Come si fa a vivere in questa maniera”

Il racconto della signora non ha bisogno di commenti. E, avalla i sospetti di tutti quei cittadini che, trovandosi da giorni senza acqua, oltre ai disagi, hanno avuto pure la beffa di rimbalzare nel muro di gomma della politica amministrativa. Comprendiamo che non vi sono mezzi e personale a sufficienza, che era la settimana di ferragosto in cui va in ferie contemporaneamente gran parte dei dipendenti pubblici, che le casse del Comune sono sempre “vuote”, che la rete idrica è vecchia e fatiscente, che l’assessore al ramo si è dimesso, che la giunta si è insediata solo da più di due anni, che quello dell’acqua è un problema ereditato da altre amministrazioni… A nostro avviso non vi sono attenuanti che tegano. Le emergenze vanno affrontate con la giusta cognizione di causa, con determinazione e responsabilità, e senza badare a spese.

 

 

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