Marsala, chiesti 13 anni per Spanò, l’infermiere che abusava delle pazienti. Si attende la sentenza in giornata
Sta per calare il sipario su uno dei casi giudiziari più popolari dell’ultimo ventennio a Marsala. Si attende da un momento all’altro la sentenza del Tribunale di Marsala a carico dell’infermiere marsalese Giuseppe Maurizio Spanò, di 54 anni, accusato di abusi sessuali su pazienti sedati per esami diagnostici. Il Pubblico Ministero Silvia Facciotti al termine del processo che si è tenuto con il rito abbreviato davanti al gup Riccardo Alcamo ha chiesto la condanna a 13 anni di carcere. Il massimo possibile considerato lo sconto di pena previsto con l’abbreviato.
Il processo a Spanò, nato dalla denuncia di una paziente, si basa essenzialmente sulle video riprese effettuate dalle telecamere nascoste piazzate dai carabinieri nello studio privato di via Sanità del gastroenterologo Giuseppe Milazzo. Le telecamere hanno messo in luce gli “orrori” che si celavano dietro ad uno degli studi medici più in vista della città. Uomini e donne, vecchi o giovani, secondo l’accusa, erano oggetto delle attenzioni morbose dell’infermiere. Durante l’anestesia lo Spanò avrebbero commessogli ignobili abusi sessuali sui pazienti privi di sensi. La vicenda per mesi ha goduto dell’attenzione dei media locali e non. Le “Iene” della nota trasmissione giornalistica d’inchiesta gli dedicarono un dettagliato servizio il cui video, in poche ore, fece il giro della cittá essendo stato postato sui social. Il video, raccapricciante, ha sconvolto tantissimi dei pazienti dello studio medico del Gastroenterologo Giuseppe Milazzo; molti dei quali si chiedono ancor oggi se pure a loro siano state destinate le morbose attenzioni dell’infermiere Spanò
Il processo nei mesi scorsi ha avuto un dilatarsi dei tempi previsti perché Spanò ad aprile aveva chiesto la sospensione del processo con una istanza in cui affermava che la rilevanza mediatica del “caso” e soprattutto i commenti “forcaioli” su facebook potevano influenzare il giudice e i periti.
Per questo, aveva chiesto che il processo venisse affidato ad altro giudice. A luglio la Corte di Cassazione ha respinto l’istanza di “legittima suspicione”. A difendere le parti civili sono gli avvocati Francesca Lombardo, Vincenzo Forti, Calogera Falco e Ignazio Bilardello. Già questa mattina, dunque, dopo le arringhe degli avvocati difensori, Stefano Pellegrino e Marco Siragusa, potrebbe essere emessa la sentenza.
Si ricorda che l’infermiere marsalese Giuseppe Maurizio Spanò si trova agli arresti domiciliari dal 15 marzo 2016, giorno in cui i carabinieri gli notificarono il provvedimento restrittivo.