Il Trapani Birgi resta aperto, ma con 18 tratte aeree in meno. Ryanair era stata chiara: “No pay? No fly!”

Ryanair ha lasciato l’Aeroporto di Trapani Birgi. La trattativa è andata a male… la compagnia aerea irlandese ha messo la parola fine ad un lungo rapporto commerciale fatto di odio e di amore, ma che ha fatto comodo a entrambi. Alla compagnia aerea che si è “foraggiata” con i “misteriosi” piani di co-marketing e agli abitanti del territorio che hanno goduto della continuità territoriale e dei proventi del turismo, facendo arrivare milioni di turisti. Purtroppo nulla dura in eterno. Quando una storia finisce non ci sono giustificazioni che tengono e i rancori sono tanti, quanto inevitabili.

Da un lato la compagnia low cost si sente “raggirata” dalla classe politica locale: prima i  ritardi nei pagamenti dell’accordo del piano di co-marketing, poi la maggior parte dei comuni si tira indietro, arrivano i sostegni economici dalla Regione, si promuove un bando, lo vince e poi il TAR su richiesta dell’Alitalia – che non aveva partecipato – lo sospende. Ryanair era stata chiara: “No pay? No fly!”

Dall’altro lato la Regione Sicilia, ed i comuni del trapanese non hanno mai dimostrato grande interesse per la compagnia aerea irlandese e si sono lasciati andare con discorsi a vanvera e parole a vuoto. Ora non restano che parole, soltanto parole. Si sente ancora rimbombare l’eco nelle stanze del potere. Piccoli proclami di “aria fritta”, fomentati allo scopo di: nascondere l’incapacità delle proprie azioni, prendere tempo, attirare facili consensi elettorali, trovare la vana gloria per qualche citazione sulla stampa locale.

Il risultato è stato eclatante quanto la sconfitta del territorio. Tutto, forse, volutamente architettata da menti fine che da sempre osteggiano il “decollo” del Vincenzo Florio e avallata dall’ottusità di una classe politica di basso profilo. Le potenzialità di sviluppo, oltre il fiume Birgi, in direzione Marsala, preoccupano da sempre lo scalo di Punta Raisi che non ha più su che espandersi. E, poi, strategicamente a nessuno fa comodo far crescere un concorrente nel proprio raggio d’azione. Diversi sono stati nel tempo i tentativi di accorpamento proposti dall’aeroporto palermitano per meglio controllare e gestire a proprio piacimento il futuro di quello trapanese. La nostra sarà pure “fantapolitica”, ma la decisione della compagnia low cost irlandese di lasciare il Vincenzo Florio appare strana, anomala, visto che gli aerei irlandesi volavano sempre pieni, specialmente d’estate.

Trapani Birgi è una moderna e funzionale Aerostazione dalle immense potenzialità, destinata a diventare la sede naturale dell’hub aeroportuale del bacino del Mediterraneo. Ha avuto la sfortuna di essere allocata nella terra di nessuno, su un’area in cui due inermi amministrazioni pubbliche, Trapani e Marsala, si fanno da sempre la guerra per prevaricare l’una su l’altra. Chili di carte bollate per privilegiare i collegamenti (in autobus e in taxi) con Trapani, a discapito di altre città; mai una strategia comune per aumentare il numero dei voli, per migliorare i servizi a terra, per far lievitare il numero dei turisti in transito. Ma cosa volete che ci si aspetti da questa terra, dove la classe politica – se ne esiste realmente una che può pregiarsi di questo appellativo -, è cieca come una talpa e sorda quanto una campana. Per troppo tempo hanno tirato la corda i politicanti di questo territorio, pensavano di poter “strozzare” la compagnia aerea irlandese elemosinando qualche paio di milioni di euro a tempo indeterminato. L’esca, o meglio l’odore del vile denaro sottratto alla pubblica utilità per far ingrassare l’ingordigia di chi fa l’imprenditore per mestiere, non ha funzionato e i risultati sono drammatici.

Il dato inconfutabile è che Ryanair ha abbandonato l’Aeroporto Trapani Birgi: 18 tratte aeree sono state definitivamente cancellate, solo 4, una vera umiliazione, restano operative. La bella stagione è irrimediabilmente compromessa: 820 persone hanno perso il lavoro e un milione e centomila turisti questa estate non visiteranno le bellezze paesaggistiche del trapanese, non dormiranno, non mangeranno e non faranno acquisti nelle “nostre” città. La provincia di Trapani è sconfitta su tutti i fronti. Il tutto lo si deve all’incapacità di chi ci ha rappresentato e ad amministrato, ma anche a Ryanair che ha “sputato nel piatto dove ha lautamente mangiato per anni” grazie a un contratto capestro, forse al “limite della legalità”, che gli permesso di assumere un ruolo sproporzionato nella trattativa commerciale con il territorio. Ma è pur vero che grazie a Ryanair e ai suoi voli “barattati” con il piano di co-marketing si è volato con punte di passeggeri in transito che hanno sfiorato quota 2 milioni. Ora, tutto ciò è messo a rischio: Ryanair sposta i suoi aerei su altri aeroporti e dal Trapani Birgi non si sa fino a quando, e come, si potrà continuare a volare regolarmente.

L’Airgest SpA, la soietà “mista” che cura i servizi a terra, cerca di tranquillizzare l’opinione pubblica intervenendo con un proprio documento: “L’abbandono di Ryanair dell’aerostazione trapanese, non ha alcun impatto sull’operatività delle rotte già programmate per la stagione estiva. Risultano pertanto confermati i collegamenti già schedulati per: Praga, Francoforte, Baden Baden e Bergamo/Milano (assicurati dalla compagnia low cost irlandese) e i voli per Milano Linate e Roma Fiumicino operati con Alitalia, per Torino con Blue Air e Pantelleria con Mistral in regime di continuità territoriale. Il Presidente dell’Aigest, Avv. Paolo Angius, è fiducioso sul futuro dell’aeroporto e, unitamente al Governo Regionale, alle Istituzioni territoriali locali e alle attività produttive tutte, si sta lavorando per la realizzazione della migliore stagione “Summer” possibile, con l’implementazione con la programmazione di nuove rotte per la Stagione estiva 2018”.

Intanto il danno arrecato al territorio è incalcolabile sotto l’aspetto economico e sociale, oltre ad essere stata compromessa la stagione turistica dell’estate 2018, vengono meno i collegamenti abituali dei pendolari del territorio, ovvero di quanti si muovono per lavoro, studio e salute. In pericolo vi è la continuità territoriale degli abitanti di questo versante dell’Isola

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