Dramma dell’emarginazione, trovato un uomo che viveva tra cani ammalati, animali morti, ratti, zecche e parassiti

Notizie del genere lasciano l’amaro in bocca e spingono il giornalista a chiedersi dove sta finendo l’umanità e dove sono i tanto decantati servizi sociali in questa terra dimenticata da tutti. Protagonista, suo malgrado, è Giorgio Cannizzaro, 58 anni, trapanese, disoccupato e cosa peggiore abbandonato a se stesso.

L’uomo per anni, raccontano gli abitanti della zona di Porticalazzo, nelle campagne di Trapani, viveva in condizioni di estreme di povertà, ma soprattutto igienico sanitarie. Il Cannizzaro abitava in un immobile diroccato, tra l’amianto, forse di sua proprietà, tra cani randagi, animali morti, ratti, zecche e parassiti. Praticamente una “discarica”.

A sollevare il caso è stato l’animalista Enrico, Rizzi presidente nazionale del Nucleo italiano tutela animali, che fatto intervenire i Servizi Sociali del Comune di Trapani che si sono presi cura dell’uomo.  La cosa strana, ritornando all’aspetto umano della vicenda, è che il giovane attivista era stato chiamato dagli abitanti di via Baviera, per i cani che da tre giorni erano rimasti senza acqua né cibo e non per l’assenza del Cannizzo. Praticamente nessuno si è preoccupato di questo povero uomo, un essere umano, ridotto in condizioni pietose… Come può essere così indifferente la gente che sapeva dei disagi in cui versava l’uomo ed i cani che aveva accolto nella sua abitazione.  A nessuno è mai  passato per la mente che il poveretto aveva bisogno?

Rizzi ha scoperto che in quella struttura fatiscente, avvolta nel degrado, oltre al proprietario, vivevano, da tempo, una quarantina di randagi di cui quattordici – come accertato dai veterinari dell’Asp – affetti da gravi malattie trasmissibili all’uomo. Il Comune di Trapani si è preso cura dell’uomo ma ha temporeggiato su quello dei cani, di cui quattro sono deceduti e altri quindici sono fuggiti.

E’ subito iniziato un lungo ed estenuante braccio di ferro con il Comune che ha indotto Rizzi, presidente nazionale del Nucleo italiano tutela animali, a sporgere denuncia nei confronti di due dirigenti del Comune, ipotizzando il reato di omissione di atti d’ufficio. Per riuscire a collocare  i cani in una struttura pubblica per le cure del caso l’animalista, in segno di protesta, si è arrampicato su un muro dell’immobile diroccato e minacciato di buttarsi giù se non venisse data assistenza agli animali.

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