Comincia male l’anno per i precari. Tancredi svela il bluff stabilizzazione di Crocetta

Annunciata in pompa magna la stabilizzazione dei precari siciliani, appena 15 giorni dopo si dimostra uno spietato “bluff”. L’ennesimo, aggiunge questa testata che fin dal primo momento non aveva creduto al decreto salva precari e lo aveva ampiamente scritto quando dall’Ars i compagni di Crocetta cavalcavano l’onda dell’effimero successo. Non occorrevano doti paranormali per comprendere che si trattava soltanto di una vergognosa proroga per passare “la patata bollente” alla ormai prossima legislatura dell’Ars. Come potrà assumersi tutti gli oneri e doveri una Regione Siciliana eternamente in crisi? A questa domanda nessuno ha saputo porre una risposta che andasse al di là del risparmio su altri conti. Quali? L’ultimo bilancio si è chiuso con un debito di 500 milioni che dovrebbe essere sanato dallo Stato, salvo ulteriori ripensamenti

“Nessuna stabilizzazione per i precari siciliani e stop ai concorsi per gli Enti Locali che si preparavano a dare dignità ai lavoratori. La doccia fredda comunicata dall’Assessore Lantieri, conferma quello che l’M5S sosteneva già in Aula, la legge salva precari varata da Crocetta è l’ennesima presa per i fondelli a danno dei lavoratori. Lo stesso governo regionale certifica che il re è nudo”. A dichiararlo è il deputato M5S all’Ars Sergio Tancredi che stigmatizza la manovra salva precari, definendola “un triste sport sulle spalle dei lavoratori”.

Per il deputato M5S all’Ars, Sergio Tancredi, la fiducia messa al Senato, che di fatto ha tagliato l’emendamento salva-precari storici siciliani, ha una sola matrice: la volontà del governo di vendicarsi per la messe dei “No” mietuti nell’isola dal quesito referendario del 4 dicembre scorso.

“Non ci sono – afferma il deputato – altre chiavi di lettura. Cosa sarebbe cambiato, infatti, se le dimissioni di Renzi fossero giunte dopo il passaggio completo al Senato, con la discussione delle norme rimandate dalla stessa maggioranza all’esame dell’aula di palazzo Madama? Cosa avrebbe cambiato una sola settimana? La verità è che questa è l’ennesima vendetta contro migliaia di lavoratori e contro la Sicilia”.

“Il rinvio delle norme al Senato – continua il deputato – era stato architettato dalla maggioranza per mettere pressione e per indurre ad appoggiare la linea del governo sul referendum di domenica scorsa. Ora migliaia di siciliani che aspettavano le norme nazionali sono stati cacciati nella più cupa disperazione, e in grande difficoltà sono stati messi gli enti locali dai quali essi dipendono, che saranno costretti, con tutta probabilità, a tagliare servizi essenziali”.

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