Collaboratori esterni dell’Ars: Nino Oddo e Paolo Ruggirello devono risarcire 200 mila euro

PALERMO – Ars, incarichi esterni “senza motivazione” ai collaboratori: i due deputati questori indagati ne avevano impiegati ben 45 tra il 2014 ed il 2016. I magistrati contabili per la prima volta contestano le scelte dei collaboratori e dei consulenti di deputati componenti del Consiglio di presidenza dell’Assemblea

La Corte dei conti cita per danno due ex deputati del Cosiglio di presidenza della scorsa legislatura, Nino Oddo del Psi e Paolo Ruggirello del Partito democratico. Ad entrambi contesta un danno da circa 100 mila euro l’uno. Il motivo? Avrebbero affidato consulenze e incarichi esteni inutili senza alcuna motivazione e, come da tradizione, a carico dell’Ars.  Inoltre in una situazione nella quale il “soggetto che dispone l’incarico” è lo stesso che “lo autorizza per la liquidazione”. E’ la prima volta che i magistrati contabili entrano nel merito delle scelte del Consiglio di presidenza: ogni componente di questo “ufficio” dell’Assemblea ha un budget a disposizione per dare incarichi esterni e ogni anno l’Ars spende per questa motivazione circa 2,8 milioni di euro.

Nel dettaglio, la procura guidata da Gianluca Albo chiede 91 mila euro a Ruggirello per 20 incarichi dati tra il 2014 e il 2016 e a Oddo 100 mila euro per 25 incarichi. Incarichi dati senza “giustificazione e utilità”. “Secondo la prospettazione della Procura erariale – si legge in una nota della Corte dei conti –  non risultano verificabili né le ragioni dell’incarico, né l’oggetto dello stesso, né, infine, il rapporto di necessaria inerenza tra la professionalità dell’incaricato e l’incarico conferito, finendo così per risultare incarichi assolutamente generici ed in contrasto con il principio di economicità e buon andamento della pubblica amministrazione”.

L’indagine della Corte dei conti è un precedente e non si escludono nuovi sviluppi. Il Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale nella scorsa legislatura ha elargito 112 contratti — scaduti, rinnovati o nuovi di zecca — con alcuni parlamentari che avevano teorizzato e messo in pratica la “staffetta” tra i propri assistenti. Tra questi proprio il deputato questore Oddo: «Faccio fare esperienza ai giovani che lavorano con me, un po’ come uno stage», diceva a Repubblica,  alzando così il velo sull’utilità reale di questi collaboratori che spettano ai componenti del Consiglio di presidenza, in aggiunta rispetto al classico portaborse che ha il deputato “semplice”.

Un giro di incarichi, quello che ruota attorno al Consiglio di presidenza di Palazzo dei Normanni, che costa ogni anno circa 2,8 milioni di euro. E il numero di persone che sono gravitati intorno a questo ufficio ha sfiorato negli anni scorsi le 200 unità. Scorrendo le decine di pagine con gli elenchi di chi ha avuto un contratto da collaboratore si trovano cognomi noti alla politica. Il deputato questore Paolo Ruggirello, del Pd, aveva nel suo staff Marco Borzacchelli, figlio dell’ex deputato Udc, con un compenso di mille euro lordi al mese. Tra i suoi collaboratori Ruggirello aveva poi due nipoti: Gabriella Sveglia e Alessandra Augugliaro, entrambe con compenso di 2.750 euro lordi al mese. «Sono due ragazze molto preparate e io ho sempre mantenuto gli stessi collaboratori, a differenza di altri», diceva Ruggirello a Repubblica. Ad averne cambiato più di uno, come detto, è stato Oddo: «Non vedo cosa ci sia di male, in carica non ne ho avuto mai più di otto come prevede il regolamento — diceva Oddo — faccio una staffetta visto che non si tratta di un lavoro ad alta specializzazione. Così faccio fare esperienza ad alcuni ragazzi per 4-6 mesi».  La Corte dei conti ha agito subito su Oddo e Ruggirello dopo aver ricevuto una segnalazione.

Nella scorsa legislatura Ardizzone ha firmato sette contratti di consulenza, il vice presidente Antonino Venturino (Megafono) uno, Lupo 6, Rinaldi 15, Ruggirello 14, Oddo 16. Consulenti, collaboratori, un esercito di persone che ha ruotato attorno al Consiglio di presidenza che, sulla carta, potrebbe contare anche sulle professionalità interne di Palazzo dei Normanni. Ma a quanto pare c’è sempre bisogno di tanto personale esterno. Inutile dire che in queste ore i componenti del nuovo Consiglio di presidenza si stanno muovendo per fare le loro nomine sui collaboratori e sui consulenti. E la mossa della Corte dei conti è una sorta di avviso anche a loro: “Non si possono dare incarichi di consulenza senza specificarne il reale motivo e il perché si è scelto quella persona”, sostengono in sintesi i pm contabili.

 

fonte: www.repubblica.it

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