Bazar della droga ambulante: ad un posto di blocco arrestato un ventiquattrenne

Bazar della droga ambulante: ad un posto di blocco arrestato un ventiquattrenneLa scorsa notte, intorno all’una, nei pressi di Buseto Palizzolo, una pattuglia di militari della Stazione Carabinieri di Balata di Baida, capeggiata direttamente dal Comandante, Maresciallo Ordinario Pietro Floreno, intercettava e sottoponeva a controllo una Fiat Punto su cui viaggiavano cinque ragazzi, di età compresa tra i 18 e i 23 anni.

L’atteggiamento nervoso tenuto dai giovani insospettiva i militari che, oltre al classico controllo dei documenti, decidevano di procedere anche ad una perquisizione veicolare e personale nei confronti degli occupanti. La percezione dei militari non si rivelava errata in quanto Francesco Candela, 24 anni, il più grande di età tra i ragazzi, nascondeva all’interno degli slip ben quattordici dosi di sostanza stupefacente tra marijuana, hashish e cocaina. All’interno del portafogli dello stesso erano inoltre presenti 450 euro sequestrati in quanto ritenuti provento dell’attività di spaccio.

Stante i fatti i Carabinieri decidevano di estendere la perquisizioni presso le due abitazioni del Candela, quella in cui lo stesso vive stabilmente con i genitori, nel comune di Trapani e quella di villeggiatura, ubicata in Valderice, dove venivano rinvenuti altri 53 grammi di marijuana ed un bilancino di precisione che venivano, anch’essi, sottoposti a sequestro.

A questo punto, considerata l’ingente quantità di stupefacente, il denaro contante in suo possesso, la suddivisione in dosi della droga, il materiale per la pesatura e il confezionamento sequestrato, nonché  i precedenti di polizia dello stesso, che già nel 2011 era stato denunciato alla Procura per i Minorenni per essersi reso autore del medesimo reato, Francesco Candela veniva tratto in arresto dai militari con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.

Dopo le operazioni di fotosegnalamento e la compilazione degli atti di rito, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria trapanese, veniva tradotto agli arresti domiciliari presso l’abitazione dei genitori in attesa del processo.

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