Arrestati tre fratelli, avrebbero sequestrato, maltrattato e utilizzato la pensione di una donna ammalata

La vittima, G.D. M., 33 anni, mazarese, avrebbe riferito alla Polizia che Mihai Catalin Mihaescu  non la faceva uscire, la picchiava e le aveva preso le chiavi di casa e la carta bancomat.

Nel pomeriggio di ieri 9 Novembre 2017, personale della Sezione Investigativa e Anticrimine del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Mazara del Vallo ha arrestato in flagranza tre cittadini rumeni per i reati di sequestro di persona e maltrattamenti contro familiari e conviventi in concorso, ai sensi degli articoli 605 e 572 del Codice Penale.

Nello specifico alle ore 12:30, si presentava presso il  Commissariato, S.D.M. il quale, visibilmente preoccupato, richiedeva un  urgente intervento in quanto aveva ricevuto, alle ore 11:30 circa, una telefonata  dalla sorella,  G.D. M.  cittadina mazarese di anni 33 che,  con voce bassa,  tremante,  gli diceva che dei cittadini di nazionalità rumena la tenevano segregata in casa  e in diverse occasioni l’avevano picchiata. Lo stesso riferiva di essere alquanto allarmato dal tenore della  telefonata e dal fatto che già in altre occasioni aveva visto la sorella con chiari segni di lesioni.

Acquisita la notizia di reato, in considerazione del fatto che la G.D. M. è una persona indifesa,  debole, con chiari segni di ritardo mentale e, reputata  seria la situazione, gli operatori si portavano immediatamente presso l’abitazione della stessa. Dall’abitazione in argomento,  che è  posta al primo piano, nonostante si suonasse per un breve periodo,  ripetutamente,  il campanello posto nel portone d’ingresso,  nessuno rispondeva. Dopo qualche minuto si affacciava dal balcone della casa  un giovane, successivamente identificato per  Florin George Mihaescu, rumeno di anni 24, il quale su  richiesta degli operatori scendeva ed apriva il portone d’ingresso della casa. Salito immediatamente all’interno dell’abitazione predetto personale notava nella sala da pranzo un ragazzo,  successivamente identificato per Stefan Daniel Mihaescu, rumeno di anni 22, seduto,  mentre all’interno di una piccola stanza,  trovava la vittima in evidente stato di soggezione psicologica. La predetta,  chiudendo la porta, parlando piano,  diceva agli operatori che tale Mihai, successivamente identificato in Mihai Catalin Mihaescu, cittadino rumeno di anni 20,  non la faceva uscire, la picchiava e le aveva preso le chiavi di casa e la carta bancomat.

Pertanto la G.D. M. veniva accompagnata nei locali del Commissariato per le incombenze del caso, mentre altro personale operante provvedeva ad accompagnare in Ufficio i due cittadini rumeni e a rintracciare il Mihai Catalin Mihaescu. In particolare, dalle indagini immediatamente avviate è emerso che, dal mese di gennaio 2017, il Mihai Catalin Mihaescu, approfittando della posizione di autorità e di fiducia, generatasi nell’ambito della convivenza con la vittima, si è ben presto determinato ad iniziare, unitamente ai fratelli trasferitisi nell’abitazione di proprietà della stessa, una vera e propria escalation di abusi e maltrattamenti in famiglia di natura verbale, psicologica e fisica consistenti in percosse, lesioni, ingiurie, minacce e in atti di disprezzo e offesa alla dignità, imponendole assoluto silenzio sulla vicenda, sotto la minaccia di negative conseguenze in caso di rifiuto.

Tale accanimento culminava, infine, nella limitazione della libertà di movimento della vittima a cui veniva, non solo, sottratto il telefono cellulare ma anche impedito negli ultimi giorni di uscire da casa per timore che la stessa si rivolgesse alle forze dell’ordine. La G.D. M. veniva privata anche della propria carta poste pay che veniva utilizzata da Mihai Catalin Mihaescu per effettuare sistematicamente dei prelievi di denaro dal conto della vittima ove veniva accreditata la pensione di invalidità.

Il quadro accusatorio ricostruito, apparso, fin da subito, particolarmente grave e solido, consentiva di trarre in arresto tre cittadini rumeni in quanto ritenuti nella fragranza dei reati di sequestro di persona e maltrattamenti contro conviventi. Completata la redazione dei relativi atti di polizia giudiziaria, come disposto dal P.M. di turno, i nominati in oggetto venivano accompagnati alla Casa Circondariale di Trapani  a disposizione dell’A.G. procedente.

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