Ammazzati 33 cani, a Sciacca é caccia agli autori

Uccidere trentatre cani richiede una pianificazione accurata ed un lavoro notevole, oltre che una ferocia inaudita. E’ uno sterminio, la soluzione finale. Mai accaduto. Sciacca vive l’episodio con sentimenti diversi. Indignazione, rabbia, ma anche comprensione e, in qualche caso, un mezzo plauso, seppure sottobanco. Insomma. Erano un problema per qualcuno, ed il problema l’hanno risolto. C’è addirittura chi se la prende con la sindaca, Francesca Valenti, minacciandola di morte. Per avere “permesso” la strage degli animali o per avere minacciato una rappresaglia, una controffensiva nei confronti degli autori della strage? La prima ipotesi è quella che più si avicina alla realtà.

La sindaca ha espresso rammarico, ma non sono chiare le intenzioni degli amministratori. Del resto, sono difronte ad un fenomeno del tutto nuovo, almeno nelle proporzioni. E le risorse dei comuni sono davvero modeste.

Sono in corso indagini per identificare gli autori dello sterminio. Data la rilevanza dell’episodio potrebbe avere successo il lavoro degli investigatori.

La strage di Sciacca è arrivata a Palermo. Il Presidente della Regione, Nello Musumeci, ha stigmatizzato la crudeltà e l’incivelta del “gesto”. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha proposto addirittura l’istituzione di una Commissione d’inchiesta che affronti il tema del randagismo. C’è una legge regionale, ma è piena di bag, lacune. E la custodia dei randagia è diventata un problema in molte città siciliane.

“E’ un atto gravissimo di crudeltà gratuita in dispregio del mondo animale”, considera, indignatissimo Miccichè in una nota. “ Non è uccidendoli che si risolve il problema dei cani randagi. Per questo motivo, è necessario istituire subito all’Ars una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo e si faccia carico di trovare soluzioni concrete”.

Miccichè esprime solidarietà al sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, minacciata di morte. “Sono dispiaciuto e indignato per gli atti intimidatori subiti dal sindaco a cui esprimo vicinanza, perché i primi cittadini oggi sono esposti nella trincea più difficile”.

Proprio nei giorni scorsi il presidente Miccichè ha nominato un consulente, Giovanni Giacobbe, competente in materia di randagismo e riferimento delle principali associazioni animaliste del territorio, che così commenta: “Affrontare il problema del randagismo, oggi vera e propria emergenza regionale, significa dare piena attuazione alla legge di riferimento n.15 del 2000 – spiega Giacobbe -. Insieme con le principali associazioni animaliste, che hanno il polso reale del territorio, stiamo approfondendo ogni modalità di intervento, e tentando di recepire ed accorpare tutte le istanze di questi soggetti. Sarà l’occasione per tracciare il solco di una vera e propria rivoluzione culturale animalista e realizzare, anche in materia di tutela della salute pubblica, certezza di giuste regole e di altrettanti giusti diritti”.

Giuseppe Lupo, presidente del gruppo PD all’Ars, è preoccupato per le minacce rivolte al sindaco. “Le minacce e gli insulti rivolti al sindaco di Sciacca Francesca Valenti in relazione morte di alcuni cani randagi nella sua città sono una inaccettabile degenerazione del rapporto fra cittadini e istituzioni”.

“Esprimo la mia solidarietà al sindaco Francesca Valenti che sono certo sia la prima ad essere addolorata per quello che è accaduto. È necessario – aggiunge Lupo – che tutti, cittadini e rappresentanti delle istituzioni e dell’amministrazione regionale, diano il loro contributo senza strumentalizzazioni di alcun tipo per far luce su questa vicenda e per impedire che fatti del genere si ripetano in futuro”.

“Questo episodio, che addolora e intristisce, deve rappresentare uno stimolo in più per il governo e l’Ars: i sindaci – conclude Lupo – non possono essere lasciati soli nell’affrontare le  mille emergenze quotidiane delle nostre città”.

Anche Michela Vittoria Brambilla,  presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la  Difesa degli Animali e dell’Ambiente interviene. ”Se davvero, come mi auguro, si vogliono  impostare misure ‘immediate e risolutive’ contro il randagismo  dilagante in Sicilia, scrive, è indispensabile richiamare alle proprie  responsabilità i soggetti cui le leggi vigenti (non quelle a venire)  affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci, le  aziende sanitarie (Asp)”.

”L’uso del veleno – afferma l’ex ministro – per risolvere, con un  macabro e inaccettabile fai-da-te, l’emergenza randagismo è purtroppo  cosa di tutti i giorni, in Sicilia e in altre Regioni del Paese. Ma le dimensioni del massacro dicono che in alcuni territori, e  l’agrigentino è certamente uno di questi, si è ormai passato ogni  limite, sia per quanto riguarda le sofferenze inflitte ad animali  colpevoli solo di esistere, sia per il pericolo, di sicurezza e  sanitario, al quale sono esposte le persone, sia per l’immagine di un  territorio dove, tra l’altro, quest’anno tornerà anche il Giro  d’Italia (passando proprio per Sciacca)”.

”Il massacro che si va scoprendo in queste ore – prosegue Brambilla – desta giustamente l’indignazione non solo dei siciliani che amano gli  animali, ma delle persone sensibili di tutto il Paese. A questi  livelli di degrado non si arriva in un giorno: ci sono precise  responsabilità che devono essere individuate e istituzioni che vanno  richiamate al loro dovere”. –

“Fortunatamente dalla Regione, passata al centrodestra  nel novembre scorso – conclude Brambilla -, arrivano importanti  segnali di attenzione, dopo il completo disinteresse e la totale  inerzia dell’era Crocetta, che ha precipitato l’isola nella presente  condizione. L’amministrazione regionale e l’assemblea regionale  siciliana, appena insediate, trovano e troveranno sempre nel Movimento animalista e nella Lega italiana per la difesa degli animali e  dell’ambiente interlocutori attenti e pronti a fornire la massima  collaborazione, come sta accadendo già in queste ore con i nostri  rappresentanti locali e i dirigenti nazionali che sono in partenza per la Sicilia”.

Nel frattempo la Lega italiana per la difesa degli animali e  dell’ambiente ha deciso di presentare una denuncia contro ignoti e di  scrivere al sindaco di Sciacca per chiedere l’immediata e rigorosa  applicazione di tutte le norme vigenti sui bocconi avvelenati e per la lotta al randagismo.

Fonte: Sin/AdnKronos

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