Amcli: “attenzione gli animali domestici sono inconsapevoli veicoli di infezioni”

Tre studi presentati al recente congresso Amcli di Rimini richiamano l’attenzione sui rischi legati ad infezioni trasmesse agli esseri umani da gatti e cani o contratte in ambienti veterinari

Gli animali domestici sono sempre più una presenza fondamentale nella vita di milioni di persone, giovani ed adulti, bambini ed anziani. Tuttavia occorre ricordare che da queste creature possono derivare, in modo del tutto inconsapevole, potenziali rischi anche gravi per la salute delle persone. Occorre quindi adottare comportamenti corretti e non sottovalutare rischi infettivi che possono derivare dal contatto fisico con cani, gatti ed altri animali. E’ questo l’auspicio che Amcli – Associazione Microbiologi Clinici Italiani lancia  alla luce di 3 importanti lavori che son stati condotti in Italia nei mesi scorsi e che sono stati presentati al recente Congresso nazionale svoltosi a Rimini.

Bartonella henselae è l’agente causale della malattia da graffio di gatto, un’infezione comune nei bambini, che di solito si manifesta come una linfoadenopatia autolimitante. Attualmente la diagnosi non è sempre semplice, dal momento che si basa su criteri epidemiologici, clinici e sulla ricerca di anticorpi specifici nei sieri dei pazienti (IgM ed IgG anti-Bartonella).

Recentemente, il gruppo di ricerca del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, ha dimostrato che l’uso di un test molecolare di PCR real-time permette una diagnosi tempestiva della malattia da graffio in particolare nei casi in cui la diagnosi sierologica risulti negativa. Una veloce e rapida diagnosi, infatti, può prevenire altre procedure diagnostiche non necessarie e dare indicazioni precise sulla necessità di somministrare un antibiotico terapia. Nel periodo compreso tra marzo 2011- maggio 2016, sono stati prelevati 139 campioni clinici (biopsie linfonodali, sangue, essudati) provenienti da 129 pazienti con linfadenopatia da sospetta malattia da graffio.  Dei 129 pazienti il test molecolare ha consentito di identificare la positività in 43 pazienti nei quali la diagnosi sierologica non aveva identificato la presenza di anticorpi specifici.

Un’altra potenziale minaccia è rappresentata dalla circolazione di ceppi di Staphilococcus aureus di provenienza umana e animale. Nonostante in passato le infezioni da S. aureus resistente alla meticillina fossero descritte solo in ambiente ospedaliero, di recente sono emerse anche in ambito comunitario e veterinario. Segnale che questo batterio colonizza anche gli animali e può trovare ambiente di proliferazione nei laboratori veterinari e da qui spostarsi nelle abitazioni.

Il concomitante riscontro di 4 casi di infezione di ferita sternale profonda sostenuta da S. aureus nel reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano ha portato a valutare retrospettivamente i ceppi di S. aureus collezionati. Tale valutazione è stata estesa ad altri lavoratori in ambito comunitario e veterinario al fine di valutare un’eventuale diffusione in ambiente extraospedaliero.

365 tamponi nasali sono stati raccolti da 98 operatori, 10 pazienti, 192 veterinari e 53 animali domestici. 89 tamponi nasali sono risultati positivi per S. aureus, di cui 80 meticillino-resistenti e 9 sensibili. L’analisi genetica di questi campioni positivi eseguita mediante il sistema “Multi Locus Sequence Typing” ha rilevato 13 Sequence Types, in alcuni casi gli operatori condividevano uno stesso Sequence Type con i pazienti e con i veterinari. Ulteriori approfondimenti hanno mostrato elevata similarità genotipica tra i campioni provenienti da 5 veterinari e 10 operatori. Infine uno stesso genotipo è stato ha ritrovato in un gruppo di operatori e pazienti.

“Questo studio ha mostrato che la diversità degli isolati rilevati riflette un’ampia potenzialità di diffusione, che coinvolge sia l’ambiente ospedaliero che comunitario; in alcuni casi gli animali domestici sembrano avere un ruolo come serbatoio. Questi risultati dovrebbero indurre ad uno studio più approfondito delle relazioni tra ceppi di diversa provenienza e ulteriori indagini epidemiologiche, che coinvolgano altri settori della Sanità Pubblica, sono necessarie” commenta Laura Pagani, Microbiologa dell’ Università di Pavia e membro del Direttivo AMCLI

Infine, sono stati identificati alcuni casi di echinococcosi/idatidosi trasmessi da animale all’uomo in Campania. L’echinococcosi/idatidosi (EI) è una zoonosi parassitaria causata dal cestode Echinococcus granulosus, presentante come ospite definitivo il cane e alcune specie di canidi e come ospiti intermedi pecore, capre, bovini, bufali, maiali e altri animali e anche l’uomo, nei quali si sviluppa nello stadio larvale. Dal momento che i dati relativi alla reale diffusione dell’ Echinococcosi cistica risultano essere inaccurati, soprattutto in riferimento all’infezione umana, è stato attuato un progetto di monitoraggio della prevalenza della Echinococcosi cistica in alcuni allevamenti animali della Regione Campania, con lo scopo di ridurre la malattia nell’animale e prevenirla nell’uomo.

I risultati di prevalenza ottenuti negli allevamenti mostrano un andamento simile a quelli rilevati in Sardegna, dove l’Echinococcosi è endemica. Invece su 1211 allevatori controllati, solo 3 sono risultati positivi ai test microbiologici. Questi dati preliminari della Echinococcosi cistica confermano l’importanza della sorveglianza negli animali allo scopo di migliorare la prevenzione dell’insorgenza della malattia nell’uomo.

“Questi tre lavori confermano come potenziali minacce per la salute umana vengano da animali che tradizionalmente alloggiano a contatto con persone e bambini. Nessun intento allarmistico, ma solo l’accurata avvertenza di occuparsi fattivamente della salute dei propri animali di compagnia e di non sottovalutare come le nuove modalità di condivisione di spazi con cani, gatti ed altri animali possa costituire la fonte di infezioni che necessitano a tutti gli effetti di una diagnosi e conseguente terapia efficaci” commenta   Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI-Associazione Microbiologi Clinici Italiani e Direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese.

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